Quasi quasi mollo tutto ma nulla accade per caso.

di Gianfranco Ruggiero

Mentre dalla finestra del mio studio osservo il Monte Civetta innevato, El Zuìta in ladino veneto, sul davanzale della finestra nel lato opposto della stanza una tortora e una cinciallegra si stanno cibando dei semi per animali selvatici che in giardino non mancano mai. Da una parte il monte innevato in lontananza e dall’altra il giardino splendente e soleggiato. Da una parte la sensazione libertà ma anche di freddo, che sinceramente non amo particolarmente, e dall’altra l’esplosione di colori e la sensazione del tepore che il sole riesce sempre a dare. Osservavo il Monte Civetta e pensavo che quasi quasi mollo tutto e mi rifugio lassù. Ci sarà pure una baita pronta ad ospitarmi! Ma perché mai uno che è cresciuto prevalentemente in città dovrebbe mollare tutto? Ma perché sì! Alla soglia dei sessant’anni di aspettative deluse ne ho vissute tante. Aspettative per così dire semplici, non materiali. Lealtà, sincerità, unità d’intenti, sono concetti che fin da ragazzino mi han portato a essere disponibile con chiunque volesse creare gruppo. Per crescere insieme, per portare avanti dei concetti nati dalle nostre idee. Fin da ragazzino la delusione contro la quale ho sbattuto il grugno è stata quella di vedere che chi era entrato nella mia vita di folle sognatore, approfittava della mia lealtà, confusa con ingenuità, per pensare solamente ed egoisticamente ai vantaggi che poteva trarne. Chi durante la riunione di gruppo accetta e sposa le idee, e poi rema in direzione contraria. Chi ti promette una cosa alla quale tieni particolarmente e poi non la fa, senza darti spiegazioni. E dentro di te pensi: “ma questo veramente pensa di avere a che fare con dei ragazzini o si sente così onnipotente da non dare valora a una promessa o a una stretta di mano?” Questi episodi non cessano di accadere. Io lascio fare, ormai è diventata consuetudine. Diciamo che osservo il genere umano in tutte le sue sfaccettature. C’è chi ti racconta balle per apparire imbattibile, più intelligente, meglio di chiunque altro. In realtà sono persone sole e insicure, con un conflitto interiore mai risolto. C’è chi dà per scontato che tu non riesca ad accorgerti che mentre fanno sì con la testa (avete presente i cagnolini che negli anni 80 si vedevano spesso sulle cappelliere delle automobili?), non ti stanno ascoltando e pensano come fregarti. C’è chi mentre parli di mele vuole assolutamente far sapere che non è d’accordo con quello che stai dicendo (mele) ed inizia una filippica parlando di pere. E allora inizi ad osservare e selezionare e a lungo andare ti accorgi che è arrivato il momento di non cercare più di costituire un gruppo composto da persone con gli stessi intenti, ma ti limiti a cercare di andare d’accordo con l’unica persona della quale ti puoi fidare, te stesso. Non è per cattiveria ma per spirito di sopravvivenza. Siamo scesi su Madre Terra che continuare il cammino evolutivo e quindi ogni cosa che ci accade ci sprona a crescere superando l’ostacolo che ci si presenta davanti. Ma non è solamente per la mancanza di persone disinteressate e leali durante il tuo cammino che vorrei mollare tutto. Siamo diventati una società, o meglio da più di qualche anno me ne sono reso conto, dove si viene contestati o, in alcuni casi ahimè sempre più frequenti, emarginati per non avere espresso il cosiddetto pensiero unico. L’informazione è etichettata come disinformazione e viceversa. Se un noto inviato di guerra, alla presentazione di un suo libro, ti dice che lo chiamavano per invitarlo a dire cosa era accaduto a Mariupol anche se lui si trovava a settecento kilometri dalla città e, al suo rifiuto, ne pagava le conseguenze professionalmente parlando, qual è l’informazione e qual è la disinformazione? Se il giornalista in collegamento con il telegiornale denuncia il fatto di essere al buio me mancanza di corrente e alle sue spalle si nota la spia del condizionatore acceso, è informazione o disinformazione? Ovviamente chi non è allineato viene immediatamente catalogato. Il presidente Pertini, in uno dei suoi ultimi discorsi rivolto ai giovani, citando una frase della scrittrice Evelyn Beatrice Hall (erroneamente attribuita a Voltaire) disse: “non sono d’accordo con le tue idee ma darei la vita perché tu le possa esprimere”. È retorica e chi lo fa viene immediatamente fagocitato da chi approfitta della sua purezza. I due esempi citati sono i primi venuti in mente ma ce ne sarebbero a bizzeffe. Una volta un Generale mi disse: “la guerra è il fallimento della diplomazia e quindi della politica”. È necessario che l’umanità sia a favore della Pace e che non si schieri immediatamente a seconda di quello che viene propagandato dalla scatola magica. Siamo da decenni in piena guerra psicologica. Siamo investiti da una miriade di informazioni, pubblicità, film, serie tv, addirittura nei fumetti e nei cartoni. La storia è costituita da due elementi che sono la verità e la narrazione. Se dalla storia togli o manipoli la verità, rimane la narrazione, questa è propaganda. La propaganda è da sempre utilizzata per dominare le masse e gestirle a piacimento. Crediamo di essere liberi nel compiere le nostre scelte ma, ahimè, soprattutto nell’era del consumismo non è così. E allora via! Sul cocuzzolo della montagna a respirare aria pura e ad incontrare esseri viventi, quadrupedi o volatili che siano, altrettanto puri che vivono in simbiosi con Madre Terra. Ad un certo punto con il gomito faccio cadere, grazie al disordine sulla mia scrivania, la graffettatrice che mi cade sul mignolo del piede e facendomi vedere al posto delle stelle gli uccellini come avveniva per Roger Rabbit. A causa dell’urlo lanciato la tortora mi guarda in cagnesco (che poi, come fa una tortora a guardare in cagnesco?) e vola via. In questo momento smetto di fantasticare e torno alla realtà. Realtà che comunque riesco a vivere con semplicità e serenità anche grazie alla lettura dei bellissimi libri che mi illuminano e mi fanno rendere conto che non sono io quello sbagliato. Due cose fondamentali ho imparato dalle vicissitudini della vita, non bisogna delegare ad altri la propria libertà e non bisogna cedere alla paura. I problemi esistono? Certamente, nessuno ammette il contrario! Informandoci e senza farsi prendere dal panico, si affrontano e si superano evitando, o perlomeno limitando, i danni e le ferite. I problemi che ci si presentano sono alla nostra portata, sono ostacoli sormontabili che ci aiutano ad evolvere e a stare bene con noi stessi. In questo caso riusciremo a stare bene insieme alle persone amate che ci circondano e che ci supportano quotidianamente anche con la semplice loro presenza.