Il 23 Marzo 2024, a grande richiesta Franco Del Moro torna a Codroipo!

LA VERA SPIRITUALITA'
di Franco Del Moro


"Una critica che viene spesso mossa verso la spiritualità è di essere falsamente consolatoria e caritatevole, come se la finalità della spiritualità fosse nascondere con pietose bugie e vane illusioni la cruda realtà alla coscienza.


Chi solleva questo tipo di obiezioni in realtà ha una visione piuttosto ristretta della spiritualità, giacché ignora che la sua finalità è invece l'esatto contrario, ossia rivelare la vera natura della realtà e la vera essenza delle cose.


Non consolare, ma liberare.


Liberare lo spirito dalle lusinghe dell'ego e dalle limitazioni della mente nelle quali si annida la paura, l'ansia, l'inquietudine e gli affanni…


Questa liberazione naturalmente è anche consolatoria, ma la consolazione non è la causa, bensì l'effetto che deriva da un percorso di tipo spirituale."

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Oltre ad ascoltarlo con grande interesse, avremo l'opportunità di avere in anteprima il suo nuovo libro: "In presenza dell'anima"

Per ulteriori informazioni sull'autore, visita il sito ellinselae.org

Posti limitati è richiesta la prenotazione inviando un SMS/WhatsApp/Telegram al numero indicato nella locandina, segnalando Cognome e Nome di ogni partecipante

Evento con offerta libera e consapevole

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Storia romanzata (ma non troppo) della nascita di Ellin Selae, dell’origine e del significato del suo strano nome

di Franco Del Moro

" Etimologicamente Ellin Selae è l’acronimo del verso: “Esiste La Luce In Noi, Siamo Esseri Legati All’Eterno”.

Ellin Selae nacque nella stessa caserma dove Pier Vittorio Tondelli fece il militare e ambientò il suo romanzo “Pao Pao”: la caserma del III Granatieri “Guardie” di Orvieto.

Colà nel 1987 mi trovavo per trascorrere il mio anno di servizio (a quei tempi era ancora obbligatorio) e ogni tanto venivo relegato, per un intero giorno e una intera notte, in uno stanzino di metri due per uno vicino alla porta carraia per prendere nota delle targhe degli automezzi che entravano ed uscivano dalla caserma ed allora decisi di impiegare il mio "tempo libero" scrivendo un giornalino per la caserma

Sebbene fosse tratto da un contesto piuttosto discutibile ritenevo che, dato che di “ricordo del militare” si trattava, dopotutto per il giornalino andava anche bene qualsiasi nome. Naturalmente allora non avevo affatto idea di cosa il giornalino sarebbe diventato negli anni a venire e, dato il luogo dove mi trovavo, non era mia intenzione andare troppo sul sofisticato.

Tuttavia le cose non dovevano andare così (e per fortuna, se no oggi come troverei il coraggio di spiegare il significato del nome ai giornalisti che, sempre, come prima cosa mi chiedono: “Cosa vuol dire Ellin Selae?”…). Oltre a leggere (come tutti i militari del mondo) i noti giornalacci da caserma, su un quaderno ricopiavo anche le frasi e le riflessioni che trovavo graffite sulle garritte e sui muri della caserma (che sono delle autentiche antologie di pietra) e una volta, schiacciata fra un epitteto scurrile e un “non mi passa più”, trovai anche la fatidica frase: «esiste la luce in noi, siamo esseri legati all’eterno».

Bella! Brillava come un diamante incastrato sotto una montagna di carbone. Dovevo assolutamente includerla nel mio giornalino, e ne aveva diritto, dato che di “testimonianza sul campo” si trattava.

In un primo momento pensai di utilizzarla come sottotitolo, ma non era troppo pertinente con i contenuti, e così girando e rigirando queste parole mi accorsi che l’acronimo del verso aveva pure un bel suono: ELLIN SELAE.

Tac! Si accese la lampadina, quella che si accende poche volte nella vita, e soltanto quando ci capita per le mani una occasione irripetibile…

Mi convinse subito,  era strano e aveva un bel suono, comunque era meglio di Shenandoah (e fu un sollievo liberarsi dell’erotomane).

Prima di venire influenzato da qualche compagno dubbioso, corsi dal tipografo orvietano, il quale dapprima stampò Ellin Salae, poi Ellin SeAle… e solo al terzo tentativo ci azzeccò. Onestamente devo dire che ancora oggi quando qualcuno parla o scrive di noi, due volte su tre sbaglia il nome. "

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Sala Abaco con il tutto esaurito, partecipazione attiva del pubblico con numerose domande ed un bell' articolo della giornalista, poetessa e scrittrice Pierina Gallina, conosciuta e molto apprezzata voce, pubblicato sul suo blog pierinagallina.it e su ilpontecodroipo.it