Sentenza Importante del Tribunale dell'Aquila del 3 Settembre 2023
ILLEGITTIMA LA SOSPENSIONE DAL LAVORO
Risarcimento mancati stipendi
di Gianfranco Ruggiero
La notizia, pur essendo assolutamente di non trascurabile rilievo, è stata riportata con immediatezza dall’emittente Byoblu, da l’Indipendente di Matteo Gracis, da Arezzonews e da Il Giornale d’Italia.
Va detto che i “giornaloni” saranno pur in tutt’altre faccende affaccendati ma, per il dovuto rispetto dei lettori e deontologia professionale, una notizia è una notizia e come tale andrebbe data.
Perché mai?
Per il semplice ma sempre più ignorato motivo che i cittadini sono tutti uguali davanti alla legge (così ci hanno insegnato) e che se un singolo cittadino è vittima di un’ingiustizia, in nome del tanto declamato senso di appartenenza alla comunità, di solidarietà e di difesa dei diritti, il giornalista, il commentatore, l’opinionista che non hanno perso occasione per aggredire chi la pensasse diversamente, si dovrebbero sentire moralmente obbligati a reagire una volta accortosi che ciò che erano stati chiamati a urlare ai quattro venti, altro non era che propaganda definita ora non legittima.
Il giudice monocratico del Tribunale del lavoro dell’Aquila, Giulio Cruciani, ha emesso lo scorso 13 settembre una fondamentale sentenza con cui dichiara illegittima la sospensione dal lavoro per la mancata vaccinazione Covid da parte dei lavori sottoposti all’obbligo, ovvero gli over 50.
Il giudice si richiama alle affermazioni della rappresentante della Pfizer al Parlamento UE, che aveva ammesso l’inesistenza di studi sulla capacità del vaccino di impedire il contagio.
Cita poi lo stesso foglio illustrativo dei vaccini in commercio e fa poi riferimento alla “realtà dei fatti conosciuta da tutti”.
Dice la sentenza:
«Solo ad una lettura superficiale (e comunque non costituzionalmente orientata) gli artt. 4, 4-bis e 4-ter, poi 4-quater e 4-quinquies dl. 44/21, per tutelare la salute pubblica, imporrebbero (per quanto qui rileva) l’obbligo vaccinale anti Sars-CoV-2 a certe categorie di lavoratori e ai lavoratori dai 50 anni in su», si legge nella sentenza. «In realtà così non è», prosegue il giudice, perché il fondamento per imporre l’obbligo vaccinale è la garanzia della prevenzione dall’infezione, cosa che i vaccini in questione non garantiscono affatto. Si legge, infatti, che «Tale fondamento non è presente nel caso in esame: i vaccinati, rebus sic stantibus, ossia con i farmaci oggi a disposizione della popolazione italiana, come i non vaccinati, si infettano ed infettano gli altri. Non vi è alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato che il vaccinato, con i prodotti attualmente in commercio, non si contagi e non contagi a sua volta». Di conseguenza, conclude Cruciani, «è evidente che venuto meno il presupposto per il quale alcuni lavoratori possono entrare nei luoghi di lavoro ed altri no, la sospensione del ricorrente, giustificata dal fatto che non si sia vaccinato, è del tutto priva di fondamento». Inoltre, «un eventuale atto amministrativo che imponesse una siffatta discriminazione, che per quanto detto non è prevista dalla norma primaria, sarebbe contra legem e andrebbe disapplicato».
E’ passato completamente in sordina anche la dichiarazione del commissario straordinario, Generale Figliuolo, che durante una conferenza stampa disse: “per la prima volta nella storia dell’uomo abbiamo iniettato in così poco tempo, milioni di dosi di un vaccino, senza saperne l’esito se non quello sperimentale”. Può darsi che sia ormai ritenuto senza significato quanto emerso durante il processo di Norimberga.
Può darsi che quanto stabilito dalla convenzione di “Oviedo - Convenzione per la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti dell’applicazioni della biologia e della medicina: Convenzione sui Diritti dell'Uomo e la biomedicina - 4 Aprile 1997” non abbia più valore in caso di emergenza.
Può darsi, mi pare di no ma può darsi.
Credo, però, che tra magistratura, istituzioni politiche, giornalisti, commentatori, rocker, attori, soubrette e chi più ne ha più ne metta, qualcuno debba dissipare ogni dubbio e dare delle risposte in modo che questo periodo non sia ricordato come una "dittatura democratica"
A meno che, a meno che………