Stefano Massini

Da piazza pulita 

Stefano Massini (video) recupera la storia di un bambino palestinese di 18 mesi, in attesa di un trapianto di cuore. Ed è una vicenda tutta da ascoltare, che può diventare simbolo di un dialogo oggi all’apparenza impossibile.

"Allora. Corrado tutto vero, tutto indiscutibile. Le posizioni, le responsabilità, le colpe, le culture, religioni. Tutto vero. Poi però, per fortuna c'è anche quello che ti racconto io che qualcosa dovrà pur valere, no? Allora 2018 quanti ospedali ci sono al mondo? Migliaia.

Quanti bambini nascono ogni anno al mondo? Milioni fra questi milioni di bambini che nascono al mondo, tra tutti questi ospedali che ci sono nel mondo, nel 2018 nasce un bambino.

Questo bambino ha delle profonde complicazioni al cuore. I medici dicono probabilmente non sopravvive e invece sopravvive. Le settimane diventano mesi, è quasi attaccato a un respiratore, riesce ad arrivare al traguardo del primo anno, poi del primo anno e mezzo di età. All'età di 18 mesi i medici dicono o gli viene fatto un trapianto oppure muore.

A quel punto accade qualcosa.

Accade che dentro un altro ospedale c'è un altro bambino che ha 18 mesi pure lui e che per ragioni indipendenti muore.

Gli organi sono espiantabili, i genitori vengono chiamati e gli viene detto "Siete interessati? Siete disposti a dare il corpo di vostro figlio a un altro bambino che sta morendo? I genitori rispondono Sì.

Passano 24 ore.

I genitori vengono richiamati di nuovo dall'ospedale che gli dice: "Scusate, come Niente, dobbiamo fare, come non vi avessimo detto niente. C'è una complicazione, c'è una differenza fondamentale. La differenza sta nel fatto che vostro figlio è israeliano e quel bambino che avrebbe bisogno del suo cuore è nato a Ramallah, in Cisgiordania. È un palestinese."

I genitori dicono e "quindi il problema dove sarebbe?" E l'ospedale chiaramente risponde dicendo "il problema è che voi siete israeliani, non darete mai il cuore di vostro figlio perché batta dentro il petto di un palestinese."

E a questo punto i genitori di questo bambino danno una risposta una risposta che secondo me vale la pena stasera di essere ascoltata perché serve soprattutto a parlare di una cosa di cui non si parla che è la pace la pace che è qualcosa che, Corrado, in una serata come questa sembra sempre di venire qua e fare la parte del cretino.

Appena vieni qua e parli di pace sembra di fare la parte di quello che è buonista e retorico, che appende le bandierine fuori dalle scuole elementari, che fa i disegni dei bambini.

Ci prendiamo tutti in giro.

La pace, invece la pace è una cosa molto concreta.

Quei genitori dicono ai medici dell'ospedale: "Scusate, spiegateci il cuore di nostro figlio ha gli atri, ha i ventricoli, ed è un muscolo che pulsa sangue. Il cuore che batte dentro un  bambino palestinese non ha gli atri, non ha i ventricoli, non è un muscolo che pulsa sangue?  Fisiologicamente sono due cuori esatti, uguali, Identici", appunto, rispondono i genitori.

Vorrà dire che il cuore di nostro figlio batterà dentro il petto, in un palestinese.

E così è successo oggi Mussa Assaqra ha cinque anni di età e vive grazie al cuore di un israeliano.

Diceva Victor Hugo la pace e l'eguaglianza fra esseri umani, prima ancora di essere materia per chiacchiere, per parole e per retorica, è un'evidenza scientifica.

E con questo, buonasera.