Se i francesi hanno la torre Eiffel a Parigi, noi abbiamo la Stella a Codroipo

di Gianfranco Ruggiero

Il progetto di Gustave Eiffel dal quale la torre prende il nome, fu duramente criticato da parte dell'ambiente culturale parigino: alcuni lo ritenevano irrealizzabile e pericoloso, altri ritenevano che la struttura fosse brutta e in contrasto con l'estetica delle architetture parigine dell'epoca. Fu inaugurata il 31 marzo 1889 in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi, che ricorreva proprio nel centenario della Rivoluzione Francese.

Ma lasciamo la capitale francese e, percorrendo 1200 Km spostiamoci più a est e precisamente nel Medio Friuli, a Codroipo.

Qui Luca Pressacco e David Tracanelli hanno avuto una “luminosa” idea. Grazie al progetto esecutivo dell’Ingegnere Enrico Ventulini, alla disponibilità di diverse aziende del territorio e all’aiuto di volontari come Martina, Valentina, Ermes , Ezio, Roberto, Fabio , Berto, Luigi , Marco, Daniele ,Ivan, è stato possibile dalle 22.30 di venerdì 1 dicembre alle 10.00 di sabato 2 dicembre, realizzare la luminosa Stella di Codroipo, un’opera d’arte moderna installata in Piazza Garibaldi.

Le dimensioni dell’opera sono: basamento di appoggio 13,50 metri, tre piedi primari di lunghezza 12 metri e 8 metri di altezza.

La Stella di Codroipo, che al momento risulta essere la più grande d’Italia (lo scorso anno lo era quella di Verona) è costituita da 16 quintali di acciaio e 10.000 luci a led.

I cittadini hanno decisamente apprezzato e risposto alla grande ed ogni sera non mancano i selfie con sullo sfondo la Stella illuminata.

Significative le parole del Sindaco Nardini e di Monsignor Bettuzzi che hanno voluto sottolineare l’importanza della pace, della fratellanza e augurandosi che la Stella luminosa possa rappresentare idealmente la luce in ognuno di noi.

Sicuramente a Luca e David vanno fatti i complimenti per l’originale e brillante idea ed ora una proposta “alla francese”: perché non lasciare la Stella luminosa perennemente in Piazza Garibaldi e farla diventare, oltre alla gloriosa Villa Manin, un simbolo di Codroipo?